Land of Losts Souls


Capitolo 6Le cronache del Sopravvissuto

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  1. xanx
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    È con fare devoto e un’opera pia che inzuccheriamo lo stesso diavolo.
    (Shakespeare – Amleto)



    Rischio di ripetermi ma pazienza! Che palle! Questa salita è così ripida e la nebbia mi fa perdere il senso del tempo. Qui non so più nemmeno che giorno è…

    Ok! È un giorno qualunque in un mese qualunque di un anno qualunque. So per certo che non è un giorno di festa perché quelli stanno attenti a farti tornare a casa alle feste comandate. Non è un problema loro se ci torni con la faccia da zombie e la pelle talmente traslucida da sembrare un fantasma: a casa ci torni. Se poi non te ne rendi neanche conto… non è colpa loro. Ceeerto!? Dannati Non-Morti!

    Comunque, tornando al discorso, è un giorno qualunque in un mese qualunque di un anno qualunque di un adepto qualunque. Dopo aver quasi ucciso per entrare su un incredibilmente autobus già pieno (ucciso per cosa? Boh!?) e dopo la Scalata, rigorosamente a piedi, inauditamente ripida attraverso la boscaglia, lo vedi. Era ora! Trenta minuti di Scalata con quel vento!?

    Il Cancello. È l’unico oggetto che vedi nella nebbia. A parte la torre ovviamente! Non sarebbe Disperazione altrimenti… Lui. Ti eri già accorta di Lui. Sapevi già della sua esistenza… Ma.. Con la nebbia sembra davvero la porta della Città di Dite!!

    Nel varcarlo il vento infernale soffia più forte (ma oggi, giorno qualunque, non odora di zolfo. Se no non sarebbe un giorno qualunque!) ed ecco! Ormai sei dentro al Santuario. Ormai strisci dal peso dello zaino ( a quello non fai mai l’abitudine) e con fare sofferente ti dirigi verso il primo edificio che intravedi nella poca luce del giorno.

    Intendiamoci: è giorno. Ma al Santuario di Monte Inferno c’è sempre la nebbia, fitta e opprimente. Quindi…

    Poi, quando ti domandi per la miliardesima volte Perché?, ecco uno dei motivi per cui quasi uccidi sull’autobus. Ti solletica i sensi. Ti si insinua sotto la pelle con il suo profumo invitante e tu, sotto quell’incantesimo infinitamente dolce, ti rianimi quel tanto che basta per arrancare gli ultimi metri.

    Sei entrato. L’istinto ormai ti grida di liberarti dal fardello che porti. Così ti dirigi verso l’aula, la tua. Entri al buio, tanto ti metti sempre al solito posto (la pseudo-sedia), ti liberi dal peso dello zaino e quasi fluttui guidato da quel profumo di brioches appena sfornata. Quello è uno dei motivi per cui torni, sempre.

    Ma è anche uno dei momenti peggiori. In quegli attimi in cui aspetti in trepidazione il tuo turno per addentare una maledetta ma gustosissima brioches al cacao, TU ti ricordi del come sei finito lì. Ed è proprio questo il motivo. Tu sai perché ma non puoi uscire… Non ancora.

    Così, quasi avvilito, prendi meccanicamente la bustina dello zucchero e la svuoti nella tazzina del caffè con un gesto automatico e con il cucchiaino inizi a girare il caffè. Lo fissi senza neanche vederlo e, prima che la spirale dei ricordi ti inghiotta, lo trangugi tutto in un sorso e di fretta torni all’aula sperando di poter fare un pisolino prima della lezione.

    Povero ingenuo!

    Appena entri nella solita aula (cubicolo infernale), trovi le luci accese e il solito a ripassare i suoi appunti. Cosa avrà mai scritto? Parlano Aramaico Antico! Beh… Magari! Se fosse aramaico antico sapresti quali dizionario comprare!? Però è lì. E legge, sottolinea, sfoglia…. Mah!

    Lo ignori. Il solo vederlo istiga violenza. E lui lo sa. Ti siedi e prendi l’astuccio dallo zaino. Gli dai una leggera rifinita con le mani e lo usi a mo’ di cuscino. Quando poggi la testa li sopra e con un sospiro chiudi gli occhi, non ti accorgi del ghigno subdolo sulla faccia dii lui ma senti il rumore delle pagine sfogliate dal tipo che ti impedisce di dormire.

    Ma tu continui ancora a tenere gli occhi chiusi. Ti ostini a non pensare che quello che sta facendo dovresti farlo anche tu. No. Resisti. Tenti in tutti i modi di ignorarlo ma lui, consapevole dei tuoi sforzi, si mettere persino a leggere a mezza voce!

    È la fine del tuo riposino. Alzi la testa di scatto e inizi a tirare fuori quaderni alla cieca. Apri l’astuccio, prendi una penna e ti metti a scarabocchiare qualcosa! Qualunque cosa per distrarre il tuo nemico dal suo sadico passatempo. E così inizia la battaglia..


    ....Continua....
     
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0 replies since 27/8/2015, 08:46   19 views
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